mercoledì 22 febbraio 2017

Il nostro comportamento da consumatori e l'impatto sull'ambiente

In questi tre anni di insegnamento della geografia, l'orizzonte di senso che mi ha guidato è sicuramente la presa di consapevolezza, da parte dei bambini e delle bambine, che i processi di antropizzazione cambiano l'ambiente di vita. L'uomo modifica l'ambiente per i suoi bisogni e bisogna conoscere l'effetto di queste modifiche sull'ambiente stesso. Per questo stesso motivo, abbiamo approfondito la scoperta di quei fenomeni naturali che l'uomo non può controllare ma che non avrebbero effetti così catastrofici se non si costruisse vicino agli argini o nelle lame, naturale via di deflusso dell'acqua verso il mare.

L'anno scorso abbiamo approfondito l'ambiente marino grazie al progetto VelaScuola, che ci ha permesso di imparare in maniera significativa l'origine del nome dei venti, la direzione di provenienza, riempendo di senso l'utilizzo dei punti cardinali per la descrizione della posizione. Abbiamo scoperto come sia varia la sua fauna e di perché sia importante che tutti rispettino il fermo biologico. Non solo i pescatori e le aziende di pesca, ma anche noi consumatori.

Se non compriamo pesce che in quel periodo non può essere pescato né lo cerchiamo al ristorante, nessuno avrà più interesse a pescarlo in quel periodo.

Così è per le apparecchiature elettriche ed elettroniche. In un Paese come l'Italia, bulimico di telefonini, è importante che i bambini sappiano quali componenti sono nocivi per l'ambiente e per chi ce li procura.

È in tutte le batterie agli ioni di litio che abbiamo in uso su smartphone, computer, veicoli elettrici. È il cobalto, minerale che per la maggior parte proviene dalla Repubblica democratica del Congo. Quest’ultimo verrebbe estratto in miniere dove spesso sono impiegati minori, che raccolgono, puliscono e trasportano il prezioso minerale. (fonte)
Forse possiamo pensare che non sia indispensabile avere sempre la versione più recente di smartphone se quella precedente funziona.

Quindi è importante conoscere e sapere, per scegliere consapevolmente.

I seguenti dati sono stati elaborati da Maria Rita Dubla, a partire dal Rapporto Rifiuti Urbani dell'ISPRA, pubblicato a novembre 2016 (i dati aggiornati al 2015).

Verranno inseriti per tutte le regioni d'Italia negli ebook di Redazione Digitale Junior, di prossima pubblicazione. Potrebbero essere utili a chi vuole approfondire l'argomento.

Quanti rifiuti finiscono nella raccolta differenziata?




Che tipo di rifiuti finiscono nella raccolta differenziata?






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